La cirrosi è una alterazione patologica che coinvolge tutto il fegato la cui normale struttura viene sostituita da noduli di rigenerazione circondati da tessuto fibroso. Il danno è permanente e i noduli di rigenerazione rappresentano l’inutile tentativo di riparare questo danno.

Nel mondo occidentale la cirrosi è la terza causa di morte (dopo le malattie cardiovascolari e i tumori maligni) nei pazienti di età compresa tra i 45 e i 65 anni.
I principali responsabili della cirrosi sono: alcol; epatiti croniche da virus B e C; epatite cronica autoimmune; alcuni farmaci; emocromatosi; morbo di Wilson; ostruzione biliare prolungata (cirrosi biliare primitiva); ostruzione delle vene sovraepatiche (Sindrome di Budd-Chiari).
Classificazione istopatologica
La cirrosi viene distinta in
- Micronodulare quando è caratterizzata da piccoli noduli (<3mm) e da fasci regolari di tessuto connettivo.
- Macronodulare quando ci sono noduli di diverse dimensioni (da 3mm a 5cm) circondati da bande fibrose grossolane di vario spessore.
- Mista, una combinazione tra le due forme.
Sintomatologia
Fino a quando non subentra lo scompenso del fegato per il progredire della malattia, molti pazienti pur essendo affetti da cirrosi non accusano alcun disturbo per anni. Altri invece accusano debolezza, facile affaticabilità, diminuzione dell’appetito, dimagramento, e (nella cirrosi biliare) intenso prurito accompagnato da ittero.
Complicanze
Sono gravi e importanti.
Ipertensione portale, ossia aumento della pressione idrostatica dentro la vena porta che convoglia al fegato tutto il sangue proveniente dall’intestino. Questo aumento di pressione si riflette su alcune vene tributarie della vena porta a valle della stessa (in particolare le vene esofagee) che vanno incontro a dilatazioni segmentarie (varici) e possibili rotture con gravissime emorragie che si manifestano con emissione di sangue rosso vivo dalla bocca (ematemesi) e sangue nero dall’ano (melena).
Ascite che è la raccolta di liquido nell’addome con conseguente aumento della circonferenza addominale e depauperamento dell’albumina. Questa condizione patologica sta alla base dell’insufficienza renale che si accompagna quasi sempre all’ascite.
Encefalopatia porto sistemica è dovuta al fatto che il fegato cirrotico non è più capace di trasformare l’ammonio in urea e dunque permette che arrivi al cervello una quantità troppo alta di ammonio che provoca sonnolenza, perdita di conoscenza e infine coma.
Ittero (colorito giallastro della pelle e degli occhi) compare spesso nei cirrotici.
Cancro del fegato rappresenta una complicanza frequente soprattutto nei pazienti con cirrosi epatica conseguente a epatite cronica da virus B e C.
Diagnosi
Gli esami del sangue relativi alla funzionalità epatica possono risultare normali per parecchi anni nonostante la presenza della cirrosi epatica se il fegato non si è scompensato. Quando invece subentra l’insufficienza epatica allora si evidenziano una diminuzione dell’albumina e della attività protrombinica (PT; PTT), un aumento delle globulina e delle transaminasi. L’anemia è spesso presente e, se la milza è ingrossata (come capita di frequente), c’è diminuzione dei Globuli bianchi e delle piastrine.L’ecografia dimostra alterazioni tipiche della cirrosi, l’ingrandimento della milza e del fegato, e i reperti classici legati all’ipertensione portale. Tali dati possono essere ancora meglio documentati dall’ecodoppler portale.
La TAC dà una documentazione ancora più precisa dei dati forniti dall’ecografia.
L’endoscopia è l’esame più idoneo per la valutazione della varici esofagee. La biopsia epatica va riservata a casi molto specifici perché c’è il rischio che la puntura del fegato si complichi con una emorragia intraperitoneale
Terapia
Non esiste nessuna cura valida per la cirrosi. E’ però molto importante salvaguardare al massimo il fegato malato. Dunque, niente alcol, niente carni rosse, niente fritti, niente medicine epatotossiche, si invece alle vitamine, alla frutta, alle verdure, al pesce, alla carne bianca, e a una discreta attività fisica tutti i giorni.La regola più importante rimane comunque quella di tenere regolarmente sotto controllo l’evoluzione della malattia con esami del sangue e ecografia ogni sei mesi o a distanza più ravvicinata a seconda del parere dello specialista. Questo è l’unico modo per scoprire precocemente le eventuali complicanze, prima fra tutte la presenza di noduli tumorali che, se presi in tempo, possono essere trattati in modo efficace.
La terapia delle complicanze è rivolta soprattutto al trattamento endoscopico delle varici esofagee, alla cura con i farmaci adatti dell’ascite, dell’encefalopatia portosistemica e dell’insufficienza renale. Queste sono terapie che vengono praticate inizialmente in ospedale e che variano molto a seconda della gravità della patologia.
Per i noduli tumorali, esistono due metodiche: la radiofrequenza o termoablazione che permette di distruggere il nodulo tumorale mediante il calore e la chemioembolizzazione che raggiunge lo stesso scopo chiudendo la piccola arteria che nutre il nodulo tumorale.Nei casi di cirrosi non più passibile di miglioramento con i farmaci o la chirurgia, se il paziente ha un’età inferiore ai 67 anni e se non ci sono controindicazioni assolute, si ricorre al trapianto di fegato che è in grado di ridare la piena salute.