Linee guida sui trapianti

Il trapianto di fegato: come, quando e perché, con quali risultati

Lucio Caccamo, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

COME: chi sono i donatori di organi?
Per poter eseguire un trapianto di fegato occorre la disponibilità di un donatore di organi.

In Italia le leggi che codificano nel dettaglio la donazione degli organi relativamente al fegato la includono in tre casi:

  • da donatori familiari viventi consenzienti, maggiorenni e sani
  • da donatori cadaveri in morte cerebrale (a cuore battente)
  • da donatori cadaveri in morte cardiaca (a cuore fermo).

Nel primo caso l’organo da trapiantare sarà una parte del fegato del donatore e nel secondo caso, in alcune situazioni, da un fegato dividendolo in due porzioni sarà possibile eseguire due trapianti in due riceventi differenti.

QUANDO e PERCHÉ: chi sono i candidati al trapianto di fegato?
Le malattie che possono richiedere un trapianto di fegato sono varie e includono sia malattie congenite per le quali il trapianto è richiesto in epoca pediatrica (es: atresia delle vie biliari), sia malattie che si sviluppano nel tempo di anni (es: cirrosi epatica), come pure gravi danni al fegato che si manifestano acutamente (es: trauma epatico grave, intossicazione da funghi, epatite fulminante).

Il trapianto di fegato è considerato una terapia sostitutiva definitiva per situazioni di insufficienza epatica, sia acute che croniche, ed è pertanto da considerarsi un intervento salvavita. Inoltre questo trapianto ha un ruolo anche come terapia oncologica, infatti può
essere indicato per la cura di alcune malattie neoplastiche del fegato, in primis l’epatocarcinoma.

In presenza di più insufficienze d’organo è possibile combinare più trapianti di singoli organi nella stessa seduta operatoria e da uno stesso donatore di organi (es: fegato-rene).

Non vi è un limite di età superata la quale il trapianto non si può più indicare, tuttavia si concorda comunemente per un’età massima di candidabilità intorno ai 70 anni di vita.

RISULTATI: la vita con il trapianto di fegato
“Il trapianto è vita” non è un semplice slogan di propaganda, ma rappresenta ciò che risulta dai dati di sopravvivenza che nel trapianto di fegato sono particolarmente eclatanti: dopo 10 anni sono vivi il 70% dei pazienti e in media gli anni di vita guadagnata rispetto a quella attesa con la malattia risultano 17. Inoltre il successo di lungo termine si accompagna ad un reintegro sociale nell’87% dei casi.
Con il trapianto ci sono altresì dei rischi, specie nel primo periodo postoperatorio che può comportare l’insorgenza di complicanze che possono risultare letali nel 5% dei pazienti.
Inoltre il retro della medaglia viene dato da:

  • la terapia immunosoppressiva (l’antirigetto) che deve essere assunta per sempre
  • i controlli medici che devono essere eseguiti per sempre.